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Viviamo su un pianeta animato da canti, musiche e parole. David George Haskell esplora come sono nate tutte queste meraviglie sonore. Dalle foreste pluviali vibranti di suoni di insetti e dalle paludi percorse dai ritmici richiami delle rane impariamo a conoscere i poteri creativi dell'evoluzione.
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Dagli uccelli delle Montagne Rocciose del Colorado a quelli delle strade di Parigi, scopriamo come gli animali apprendano i loro canti e si adattino ai nuovi ambienti. Sotto le onde del mare, cogliamo la nostra parentela con gamberi, delfini e balene. Nelle mutevoli vibrazioni sonore degli animali dei diversi continenti, sperimentiamo l'eredità della tettonica delle placche, la storia più remota degli animali e dei loro spostamenti intorno al mondo e le bizzarrie dell'estetica evolutiva. A partire dalle origini del canto animale e attraversando l'intero arco della storia della Terra, Haskell illumina e celebra la graduale comparsa dei vari suoni nel mondo. Così, dai flauti d'avorio di mammut delle caverne del Paleolitico, dai violini delle moderne sale da concerto o dalle registrazioni che ascoltiamo con gli auricolari, apprendiamo che musica e linguaggi umani appartengono alla stessa storia ecologica ed evolutiva del pianeta. Noi uomini produciamo musica, ma siamo anche dei distruttori che soffocano o mettono a tacere molti suoni della Terra. Haskell ci accompagna nelle foreste minacciate, negli oceani sconvolti dai sonar e dai rumori prodotti dalle navi e per le strade caotiche delle città per dimostrare che l'estinzione di alcuni suoni non comporta solo la perdita di meri ornamenti sensoriali. Il suono è una forza generativa, e quindi la cancellazione delle diversità sonore rende il mondo meno creativo, meno giusto e meno bello. Suoni fragili e selvaggi è un invito ad ascoltare, meravigliarsi, agire.