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"State attenti a non farvi ingannare dai ricordi.
[...]
Questa non è una storia come tante altre, non è la storia un po' pittoresca e un po' romantica di un bandito e dei suoi uomini, non è neanche la storia un po' cruda e un po' selvaggia di latitanti che vivono sulle montagne mangiando pane e formaggio, o quella un po' violenta e un po' realistica di uomini armati che uccidono contadini e carabinieri. Questa è la storia di una strage. Ma attenzione, una volta appurato questo, state ancora attenti a non farvi ingannare. Perché questa non è una strage come tante altre. Portella della Ginestra, gli undici morti e i ventisette feriti falciati dal fuoco della banda di Salvatore Giuliano il giorno della festa del Primo Maggio 1947, non sono soltanto un fatto locale, che per quanto feroce e impressionante interessa un determinato periodo di storia della Sicilia. Portella della Ginestra è il primo atto della strategia della tensione in Italia, il primo laboratorio di depistaggio, insabbiamento e copertura da parte di organi dello Stato, di tranne segrete e guerre intestine tra gli stessi apparati di sicurezza, il primo esempio di collaborazione concreta tra mafia e politica, il primo esperimento dell'ingerenza di uno stato straniero nella limitata sovranità nazionale italiana. Sono cose che si vedranno anche dopo, anni dopo, perfezionate, elaborate, razionalizzate e istituzionalizzate. Sono cose che fanno di Salvatore Giuliano e dei suoi uomini più che semplici banditi. E fanno di Portella della Ginestra più di una semplice strage, sempre che in una strage possa mai esserci stato qualcosa di semplice. Ne fanno quasi un atto costitutivo della Prima Repubblica.
Tutte le cose di questo mondo nascono sotto una stella, buona o cattiva che sia. Quella sotto cui nasce la Prima Repubblica è una cattiva stella."
Carlo Lucarelli