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Questo saggio cerca di mettere a fuoco le origini materiali e di tratteggiare alcune evoluzioni storico-culturali del linguaggio per tentare di sciogliere certi intrecci semantici attorno al termine paesaggio, attraverso una riflessione su alcune parole che ne hanno trasportato il significato lungo la storia e la geografia e che oggi sempre più si sovrappongono a formare un dinamico e complesso campo semantico, che però proprio per questa ragione, a volte è anche ambiguo e forse troppo generalista. Consapevoli di averne tralasciate alcune, il testo si focalizza su cinque di queste parole-vettore, ed in particolare su territorio, ambiente, spazio e luogo. Cinque parole che utilizziamo spesso come sinonimi di paesaggio, ma che in realtà non lo sono, perché hanno una propria genealogia e specificità di applicazione. Perché, quando e quanto continui e reciproci rimandi hanno contribuito a fondare un nucleo di significato così profondo? Queste cinque parole che usiamo assieme per cercare di descrivere il “fenomeno del paesaggio” rivelano qualcosa. Un’inadeguatezza? Un’aspettativa di completezza? Le usiamo assieme perché sono un’inscindibile e complessa polarità di senso?
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Terracina - Biblioteca Alfredo Fiorini Istituto Leonardo Da Vinci