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Anni Cinquanta. Napoli è una città vibrante che ammalia con la sua luce, ma che porta ancora le cicatrici profonde della guerra. In questa cornice di contrasti, una bambina viene strappata alla sua casa e a suo padre, lasciato indietro in una dimora un tempo elegante, ma ora in decadenza.
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Per anni il volto del padre è rimasto sepolto nella memoria, finché la scomparsa dello scrittore Raffaele La Capria, amico e figura guida dell’autrice, risveglia in lei il bisogno di fare i conti con le origini, con ciò che è stato rimosso ma non dimenticato. Nasce così un confronto tra due uomini della stessa generazione, entrambi napoletani, entrambi attraversati dalla bellezza di una città fatta di incanto e desolazione: La Capria, che ha trovato la sua voce nei libri, e il padre, rimasto prigioniero della propria solitudine. Due destini opposti, legati però da quel conflitto sottile tra attrazione e repulsione per una Napoli affascinante e spietata. Sullo sfondo dei loro tormenti interiori, prende il via una discesa negli abissi della memoria, un dialogo sospeso tra presente e passato. Si dipana la storia di una donna che, sin da bambina, si sente diversa e fuori posto in un’Italia incapace di accogliere chi non si piega ai ruoli imposti. Con rimandi potenti, da Enea a Kafka, l’autrice indaga il rapporto complesso e mai risolto con la figura paterna, ponendosi domande che toccano il lettore: è possibile ricostruire un'immagine ideale della figura paterna, cercandola altrove? La memoria ci offre davvero un nuovo incontro con le persone amate che non ci sono più? Tra i 12 finalisti del Premio Strega 2025, “Perduto è questo mare” è un romanzo profondo che attraversa i territori incerti del ricordo, dei legami familiari e della ricerca di un’appartenenza impossibile.