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Nadia Terranova, nel suo romanzo più intimo e profondo, ci conduce in un viaggio nel cuore della Sicilia, tra ricordi frammentati e memorie familiari che si intrecciano con la storia collettiva. La vicenda ruota attorno a una donna che, davanti alla figlia neonata, prende una decisione irrevocabile: non potrà mai permettersi di cedere alla follia.
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Una follia che nella sua famiglia ha un nome ben preciso: è Venera, la sua bisnonna, che in un giorno di marzo del 1928 è stata internata al Mandalari, il manicomio di Messina. Che cosa l’ha portata a varcare le porte di quel posto? E chi era veramente? Per rispondere a queste domande, la protagonista intraprende un’indagine profonda, scavando nella "mitologia familiare”, un insieme di ricordi che si intrecciano presto con bugie e invenzioni che distorcono la verità. Un viaggio nel passato che non riguarda solo le donne della famiglia, ma anche gli uomini, figure di forza e fragilità, che hanno plasmato il destino di generazioni. E per conoscere davvero il passato, non basta immaginarlo. Bisogna affrontarlo. E così la protagonista ritorna a Messina tra le mura di quel manicomio, e si immerge in un labirinto di ricordi e racconti familiari tramandati. Candidato al Premio Strega 2025, il romanzo “Quello che so di te” ci invita a interrogarci su chi siamo, sul ruolo della memoria individuale e collettiva, e sulla nostra capacità di dare un senso al passato per costruire il nostro futuro.