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Nel dicembre del 1943 Sofia Scha-franov, medico di origine russa, in servizio presso un sanatorio in provincia di Sondrio, viene arrestata. Dopo alcuni giorni di prigionia nel carcere di San Vittore ? insieme alla madre e ad altri 1200 ebrei, stipati in carri-bagaglio ermeticamente chiusi - dalla stazione centrale di Milano iniziano il triste viaggio di « deportati » verso i campi di Auschwitz.
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Sofia riuscirà a sopravvivere ai due anni di prigionia nei lager e, in queste pagine, l'Autore (cognato di Sofia) le cede la parola perché sia lei a narrare, quasi con rassegnata indifferenza, l'orrore vissuto: i viaggi massacranti, il freddo, la fame, le selezioni, i maltrattamenti, le percosse, le umiliazioni, il tifo, gli aguzzini, le stragi, il servizio medico presso il Kevier o lazzaretto di Birkenau, dove cinquecento « cadaveri viventi» combattevano tra la vita e la morte, senza una reale possibilità di fare qualcosa per loro.